Dermatologia / Rassegna stampa

Psoriasi: la pelle conta

La pelle è la più importante "frontiera" tra il nostro corpo e il mondo ed è stata protagonista del media tutorial dedicato alla psoriasi e a un nuovo target terapeutico per l'interleuchina 17-A, una citochina chiave nella patogenesi della patologia, presente in concentrazioni elevate nella cute di chi soffre di questa malattia

Segreteria SIDeMaST, 26 Apr 2015 01:15

Argomenti: psoriasi pelle
Psoriasi: la pelle conta

La pelle è la più importante "frontiera" tra il nostro corpo e il mondo ed è stata protagonista del media tutorial dedicato alla psoriasi e a un nuovo target terapeutico per l'interleuchina 17-A, una citochina chiave nella patogenesi della patologia, presente in concentrazioni elevate nella cute di chi soffre di questa malattia. La psoriasi colpisce il 3% della popolazione nel mondo, ovvero oltre 125 milioni di persone, e si stima che in Italia ne sia affetto circa 1 milione e mezzo di persone.

«I pazienti affetti da psoriasi - ha spiegato Giampiero Girolomoni, professore di Dermatologia dell'Università di Verona, nel corso dell'incontro promosso da Novartis - spesso non sono trattati o sono sottotrattati; non riceve alcun trattamento circa il 50% dei pazienti con psoriasi lieve; fino al 36% di quelli con psoriasi moderata e il 30% di quelli con psoriasi grave. Pochi pazienti con psoriasi da moderata a grave ricevono un trattamento adeguato; in particolare, solo l'8% dei pazienti con psoriasi moderata-grave riceve terapie biologiche. Nonostante le numerose opzioni di trattamento, il 41% dei pazienti affetti da psoriasi e il 28% dei loro medici sono insoddisfatti degli attuali trattamenti. I pazienti - ha aggiunto Girolomoni - desiderano e meritano una cute esente o quasi esente da lesioni, il che si traduce in una effettiva migliore qualità della vita. Attualmente è esente o quasi da lesioni solo da un terzo alla metà dei pazienti trattati con terapie biologiche». Per il trattamento della psoriasi lieve-moderata la Commissione europea ha approvato nello scorso gennaio l'anticorpo monoclonale secukinumab, il primo inibitore dell'interleuchina 17A (IL-17A), come terapia di prima linea in alternativa agli attuali trattamenti sistemici.

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