Dermatologia / Rassegna stampa

L'olio di silicone fa scempi terribili. In Italia vietato dagli anni Novanta

Il primario di dermatologia al San Raffaele di Milano: «Gravi complicanze per la formazione di granulomi e infiammazioni croniche, ma in alcuni Paesi è ancora utilizzato». I consigli per una medicina estetica sicura.

Segreteria SIDeMaST, 07 Nov 2016 03:02

L'olio di silicone fa scempi terribili. In Italia vietato dagli anni Novanta

La storia di Carol Bryan, sfigurata dai filler sbagliati, è certamente un caso estremo, ma non così raro. Dal racconto della donna sembra che nell'ultima decisiva iniezione sia stato utilizzato silicone. «L'olio di silicone fa scempi e danni spesso irreversibili - commenta il professor Santo Raffaele Mercuri, primario di dermatologia e cosmetologia all'ospedale San Raffaele di Milano - ed è un materiale utilizzato molti anni fa, oggi bandito in Italia e negli Stati Uniti a causa dei gravissimi effetti collaterali». Secondo i dati disponibili il 20% delle persone che hanno utilizzato l'olio di silicone per attenuare le rughe o per ridelineare il profilo del volto ha dichiarato di aver subito collaterali come granulomi da corpo estraneo, proprio come è successo a Carol. L'olio di silicone per fini estetici è stato dichiarato fuorilegge negli Stati Uniti dalla Food and Drug Administration nel 1991. Dal 1992 è vietato anche in Italia ma in alcuni Stati europei, e soprattutto in Brasile e in molti Paesi dell' America Latina è ancora utilizzato. Le principali complicanze causate dal silicone libero sono la formazione di granulomi, la migrazione della sostanza (per esempio dagli zigomi alle mascelle), l'insorgenza di processi infiammatori cronici.

Gli effetti collaterali dell'olio di silicone (vietato dagli anni Novanta)

«Il silicone è un materiale sintetico non bio-compatibile - avverte il professor Santo Raffaele Mercuri - che veniva molto utilizzato a rimodellare il viso, ad aumentare il volume delle labbra o aumentare il volume dei glutei. Nel caso del silicone liquido si possono creare reazioni infiammatorie nel sito dove viene infiltrato di tipo pseudo-tumorale e per questo, nel processo di rimozione quando necessario, è importante asportare anche dei tessuti vicini. Tutte queste complicazioni rendono difficile e complessa l'asportazione, ed è facile che l'eventuale silicone residuo dia origine a una nuova reazione infiammatoria». Oggi per correggere i danni stanno emergendo nuove terapie con luce laser, dove si può utilizzare anche la fibra ottica o radio frequenze non invasive, ma il punto è che mai si dovrebbe arrivare a tanto.

I consigli

Ma come evitare che la ricerca di una gratificazione estetica si trasformi in un incubo? Ecco che cosa consiglia il professor Mercuri: «Bisogna rivolgersi a medici qualificati e non richiedere l'infiltrazione di sostanze sintetiche non riassorbibili. Va sempre chiesta la finalità dell'infiltrazione che si vuole effettuare: biostimolazione o riempimento. Chiedere sempre la certificazione del prodotto e farsi rilasciare, alla fine dell'intervento, su carta intestata del medico, nome, scadenza e numero di lotto del prodotto usato. Non cercare risparmio: i prodotti più sicuri hanno un costo maggiore per il medico e quindi anche per l'utente finale. Molto importante che la sostanza infiltrata non sia permanente perché con l'avanzare dell'età cambiano anche le esigenze e le problematiche e il prodotto si deve adattare. Oggi la sostanza più utilizzata per rimodellare a fini estetici è l'acido ialuronico reticolato che non dà effetti collaterali perché già prodotta naturalmente nel nostro organismo».

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