Dermatologia / Rassegna stampa

L'abbronzatura tra verità e bufale

Alla vigilia del via alla stagione della tintarella, gli esperti fanno il punto su tutto quello che c'è da sapere prima di esporsi al sole, vero o artificiale che sia. Intervista a Pier Giacomo Calzavara Pinton

Segreteria SIDeMaST, 29 Apr 2010 12:17

L'abbronzatura tra verità e bufale

Un bel colore abbronzato è sinonimo di salute, di bellezza e di vitalità, ci porta immediatamente con il pensiero alle vacanze, ci rende più soddisfatti ed ottimisti quando ci guardiamo allo specchio. Eppure, per conquistare quel bel colore ambrato a volte finiamo per mettere in pericolo la nostra stessa salute, con scottature e rischi melanoma. Alla vigilia del via alla stagione della tintarella, gli esperti fanno il punto su tutto quello che c'è da sapere prima di esporsi al sole, vero o artificiale che sia.

A rispondere alle domande più scottanti in materia di abbronzatura rispondono gli esperti della Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse (SIDeMaST), che hanno stilato una lista di falsi miti sull'abbronzatura in occasione della presentazione dell'Euromelanoma Day, che si celebrerà lunedì 10 maggio.

Le bufale da sfatare

Un primo falso mito da sfatare, secondo gli esperti è la convinzione che l'abbronzatura sia salutare. In realtà si tratta della risposte della pelle per difendersi da ulteriori danni da radiazioni Uv.

Non è vero neppure che il fatto di essere abbronzati protegga dal sole. In realtà, una tintarella intensa in un soggetto bianco conferisce un fattore di protezione (Spf) pari a 4.

Sbaglia di grosso anche chi crede che l'esposizione in una giornata nuvolosa sia esente da rischi. In realtà, spiegano gli esperti, fino all'80% delle radiazioni Uv del sole può penetrare attraverso le nuvole e la presenza di foschia può addirittura aumentare l'esposizione alle radiazioni Uv.

Quasi lo stesso discorso vale se ci si trova nell'acqua, la quale fornisce una minima protezione dalle radiazioni Uv, mentre il riflesso dei raggi sulla superficie può aumentare l'esposizione alle radiazioni stesse.

Attenzione poi alle stagioni. Anche se le radiazioni Uv durante l'inverno sono generalmente più deboli, il riflesso sulla neve arriva a raddoppiare l'esposizione complessiva, specialmente in alta montagna.

Non è vero che spalmarsi di crema permetta di prolungare l'esposizione a piacere. Gli schermi solari non devono essere utilizzati per arrostire al sole per ore, ma solo per aumentare la protezione durante l'esposizione con una corretta applicazione.

E' sbagliato anche immaginare che inframmezzare con delle pause il bagno di sole eviti le scottature, perché l'esposizione ai raggi Uv è «cumulativa». Altrettanto infondato, poi è il pregiudizio che, se non si sente caldo, vuol dire che non ci si sta scottando. La scottatura solare, invece, è causata da radiazioni Uv che non vengono percepite.

Le precauzioni

Quali sono allora le precauzioni da prendere, per non rinunciare al piacere di un bel colorito e di una sana tintarella?

Come spiega Pier Giacomo Calzavara Pinton, direttore della Clinica Dermatologica di Brescia e membro del consiglio direttivo di SIDeMAST: le creme protettive devono essere scelte tra i prodotti che schermano sia i raggi UVA che UVB, e in funzione del proprio tipo di carnagione. La crema deve essere applicata correttamente, ossia «se ne devono spalmare circa 2 mg ogni centimetro quadrato di pelle, altrimenti la funzione protettiva è minore. Il che significa, per una persona di media corporatura, usarne almeno 40 mg a volta, fino a realizzare uno strato ben visibile su ogni parte del corpo».

Gli uomini il cui cuoio capelluto non è più ben protetto dai capelli devono coprire per bene la testa perché il sole ci guarda dall'alto e la testa è la parte più bersagliata.

Un'ultima nota riguarda poi l'uso dei lettini solari. Una recente analisi effettuata dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e pubblicata sull'International Journal of Cancer ha valutato il rapporto tra lettini solari e rischio melanoma, dimostrando che l'utilizzo delle lampade abbronzanti prima dei 35 anni aumenta del 75% il rischio di sviluppare il melanoma.

Lunedì 10 maggio nelle principali città italiane dermatologi volontari incontreranno i cittadini presso le strutture ospedaliere ed universitarie per fornire informazioni sui tumori della pelle e sul melanoma e offrire screening gratuiti della cute. I cittadini potranno chiamare il numero verde 800-591309 per ricevere indicazioni sul centro Euromelanoma più vicino o potranno consultare il sito internet www.sidemast.org.

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