Dermatologia / Rassegna stampa

La minaccia e-waste: dai parti pretermine alla dermatite

Anche nel nostro Paese bambini e donne gravide sono i soggetti più a rischio per le cosiddette malattie da E-WASTE, sigla che può essere tradotta "spazzatura elettronica" e indica i prodotti di scarto di computer, televisori, telefonini eccetera, e che è costituita, fra l'altro da residui riciclabili come rame, ferro, plastica ma anche da residui non riciclabili

Segreteria SIDeMaST, 28 Apr 2015 08:26

La minaccia e-waste: dai parti pretermine alla dermatite

Anche nel nostro Paese bambini e donne in gravidanza sono i soggetti più a rischio per i danni prodotti dalla «spazzatura elettronica»

Anche nel nostro Paese bambini e donne gravide sono i soggetti più a rischio per le cosiddette malattie da E-WASTE, sigla che può essere tradotta "spazzatura elettronica" e indica i prodotti di scarto di computer, televisori, telefonini eccetera, e che è costituita, fra l'altro da residui riciclabili come rame, ferro, plastica ma anche da residui non riciclabili, primi fra tutti i tubi catodici delle vecchie TV, che sono un concentrato di piombo e fosfori colorati (rosso, verde e blu) da non confondere col fòsforo.

Medici per l'ambiente

L'EPA, la Environmental Protection Agency degli Stati Uniti, include tutti i monitor a tubi catodici compresi quelli dei vecchi computer fra i rifiuti domestici pericolosi da eliminare con precise procedure di smaltimento e raccomanda di tenerli sempre riparati da intemperie o altri rischi di danno. L'hanno recentemente ribadito i ricercatori di mezzo mondo riuniti alla 5° Conferenza internazionale Update sulla Salute Ambientale Globale svoltasi a fine febbraio all'Ospedale San Donato di Arezzo dove ha sede l'ISDE, l'Associazione Medici per l'Ambiente che in un documento sul trattamento della FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Urbani), sottolineano come la digestione anaerobica dei rifiuti, introdotta allo scopo di recuperare energia al posto del compostaggio aerobico tradizionale, sia da considerarsi di seconda scelta.

Contaminazione

Elevate concentrazioni di metalli pesanti e composti organici tossici possono peraltro rendere inadeguato ogni tipo di trattamento, con contaminazione del suolo e della catena alimentare, nonché emissioni inquinanti in atmosfera. La E-WASTE compromette ogni giorno sempre di più tutte queste procedure, non solo nei Paesi più industrializzati, ma ormai anche in quelli in via di sviluppo: da un'indagine del 2011 svolta nel Ghana (Ghana E-Waste Country Assessment) risultava che in quel Paese erano entrate 215mila tonnellate di scarti elettronici di cui soltanto il 15% era stato riciclato. Non si sa come e dove siano finite le altre 180mila tonnellate che forse sono ancora ammassate lì da quattro anni... Si calcola che nel mondo ogni anno vengano prodotte 50 milioni di tonnellate di E-WASTE: gli USA distruggono 30 milioni di computer l'anno e l'Europa 100 milioni di cellulari. Secondo l'EPA solo il 15-20% di questa E-WASTE viene riciclato, tutti gli altri rifiuti elettronici finiscono in discarica o negli inceneritori.

Dermatite tablet

Ma quali sono gli effetti della E-WASTE sul nostro organismo? L'ultimo in ordine di apparizione arriva da uno studio pubblicato su Pediatrics da David Fairchild e Jaye Elizabeth Hefner, rispettivamente dell'Università e del General Hospital del Massachusetts, che hanno segnalato come ancor prima di diventare E-WASTE le componenti elettroniche possano determinare malattie come ad esempio dermatite allergica da contatto. Un test di cutireazione ha dimostrato che era colpa del nichel, sostanza di cui abbondano alcuni di questi dispositivi. La risoluzione della dermatite, che non rispondeva al solito trattamento topico con corticosteroidi, è stata ottenuta solo tramite un adeguato rivestimento che limitava il contatto sia dell'orecchio con lo schermo, sia delle mani col suo dorso. Prima di capirlo i ricercatori si sono scervellati non poco e hanno segnalato il caso anche per mettere in guardia genitori e medici circa l'abuso da parte dei giovani,.

Un elenco enorme

La più ampia serie di malattie da E-WASTE proviene dall'enorme review raccolta nell'arco di 47 anni su 2274 report del Sud-est della Cina e pubblicata su The Lancet dal team di ricercatori australiani, svizzeri e olandesi diretti da Peter D. Sly, del Queensland Children's Medical Research Institute di Herston (Australia), che per primi hanno evidenziato come i soggetti più a rischio siano bambini di 8-13 anni che vivono in aree urbane a elevata concentrazione di spazzatura elettronica. Altre vittime designate di queste aree sarebbero le donne gravide, con un aumento di aborti spontanei, gravidanze non a buon fine o parti pretermine e neonati sottopeso oppure con ritardi della crescita. Per tutti i soggetti esaminati sono state comunque rilevate sia patologie organiche come alterazioni della funzionalità tiroidea, polmonare e cellulare in genere, sia psichiche come alterazioni dell'umore e del comportamento, ed è stato sempre evidenziato un rapporto di casualità diretto fra esposizione e malattia.

Un app e un sito d'aiuto

Nel tentativo di prevenire tutto questo, nel nostro Paese sono disponibili da febbraio due strumenti anti E-WASTE: una app dedicata ai consumatori e un sito web (www.erp-recycling.it) con indicazioni e istruzioni per gestire correttamente i rifiuti "tecnologici" di casa in modo da non danneggiare l'ambiente e sprecare risorse riutilizzabili come ad esempio apparecchiature elettriche ed elettroniche, pile, accumulatori, pannelli fotovoltaici, ecc.. Cercare di non alimentare la montagna dei 50 milioni di tonnellate di E-WASTE che ogni anno si forma nel mondo significa anche sapere a chi affidare i nostri rifiuti tecnologici affinché non gravino sulle spalle delle prossime generazioni e sul futuro del pianeta, oltre che sulla nostra salute.

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