Dermatologia / Rassegna stampa

Infezioni, acne, psoriasi: le tante colpe dello stafilococco aureo, sempre più difficile da curare

Impetigine, un'infezione provocata da batteri che colpisce soprattutto in età pediatrica gli strati superficiali della pelle. Acne, psoriasi e dermatite atopica. E ancora: tagli e ferite che s'infettano in modo molto grave dopo un intervento chirurgico

Segreteria SIDeMaST, 12 Aug 2015 10:11

Infezioni, acne, psoriasi: le tante colpe dello stafilococco aureo, sempre più difficile da curare

Un batterio molto intelligente, che è diventato resistente al 70 per cento degli antibiotici. Il presidente Obama e il governo britannico gli hanno dichiarato guerra

Impetigine, un'infezione provocata da batteri che colpisce soprattutto in età pediatrica gli strati superficiali della pelle. Acne, psoriasi e dermatite atopica. E ancora: tagli e ferite che s'infettano in modo molto grave dopo un intervento chirurgico. Setticemia o sepsi, ovvero complicazioni potenzialmente letali di un'infezione. Pacemaker, protesi e cateteri contaminati da virus con un'infinità di seri problemi che possono arrivare persino al rigetto. L'elenco delle conseguenze che lo stafilococco aureo, il batterio responsabile di molte delle infezioni contratte negli ospedali e non solo, può avere sulla nostra pelle è lungo e complicato. Per eliminarlo e riportare la situazione alla normalità si usano gli antibiotici. Il problema è che questo microrganismo ha imparato a «difendersi» e oggi è diventato resistente a circa il 70 per cento degli antibiotici disponibili . Farmaci vecchi o nuovi non fa differenza: spesso la cura non ha effetto. Il problema non è da poco, tanto che il presidente degli Stati Uniti Obama e il governo britannico hanno recentemente (di nuovo) lanciato l'allarme e annunciato catastrofi e piani d'azione per combatterlo.

Sos lanciato da Obama e Gran Bretagna

Lo scorso aprile, infatti, un rapporto del governo britannico ha lanciato un Sos sulla base di numeri allarmanti: la diffusione di infezioni causate dai «batteri resistenti agli antibiotici» (Escherichia Coli, Klebsiella Pneumoniae e Staphylococcus Aureus sono elencati come i più insidiosi) potrebbe causare tanti morti quanti quelli della Grande peste di Londra del 1665, che uccise un quinto della popolazione della città di allora, ovvero circa 80mila persone. Qualche settimana dopo anche Barack Obama dichiarava guerra agli stessi nemici, con misure simili a quelle antiterrorismo. Tanto che il piano d'azione Usa per combattere l'antibioticoresistenza è contenuto in 63 pagine e consiste in una tabella di marcia che prevede tempi rapidi e azioni efficaci, una task force chiamata a dirigere le operazioni, un budget iniziale di un miliardo di dollari. Obiettivo: risolvere il problema, sollevato come molto urgente anche dall'Organizzazione Mondiale di Sanità, entro il 2020.

Uno «scudo spaziale» impedisce agli antibiotici di annientare lo stafilococco

«Lo stafilococco aureo è uno dei germi più comuni sia nell'ambiente che nel nostro corpo e la sua presenza è normale e utile perché collabora con tanti altri organismi in quel microcosmo che è l'organismo umano - spiega Lorenzo Drago, responsabile del laboratorio analisi chimico cliniche e microbiologiche dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano -. Le complicazioni nascono quando lo stafilococco Aureo si riproduce in modo eccessivo, elabora tossine e colonizza organismi e tessuti circostanti. A quel punto diventa nocivo e scatena una lunga serie d'infezioni che nei casi più estremi possono anche essere letali». In pratica, i problemi insorgono se lo stafilococco si lega ad altre colonie di batteri e crea il biofilm («una sostanza simile a un gel zuccherino appiccicoso» dice Drago) che lo protegge, «come fosse uno scudo spaziale», impedendo agli antibiotici di penetrare e annientarlo. Quando questo avviene, ad esempio, su una protesi la condizione del paziente può complicarsi fino al punto da costringere i medici ad espiantarla. Allo stesso modo non di rado avviene che tagli e ferite sulla cute di un paziente operato vengano colonizzate dai germi nocivi al punto tale da scatenare gravissime infezioni, tanto più ardue da combattere visto che i malati sono ovviamente debilitati, il loro sistema immunitario è compromesso e le cure con antibiotici risultano spesso poco efficaci. La conseguenza, numeri alla mano, è il preoccupante aumento dei casi di setticemia e sepsi negli ospedali in tutto il mondo.

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