Dermatologia / Rassegna stampa

Dermatite atopica, nuove prospettive da dupilumab

Nuove prospettive per il trattamento delle forme di gravità severa o moderata di dermatite atopica sembrano arrivare da dupilumab, un nuovo anticorpo monoclonale umano che funziona bloccando l'interleukina 4 e l'interleukina 13, due mediatori fondamentali nella patogenesi di questa patologia

Segreteria SIDeMaST, 16 Apr 2016 09:22

Argomenti: dermatite atopica
Dermatite atopica, nuove prospettive da dupilumab

Nuove prospettive per il trattamento delle forme di gravità severa o moderata di dermatite atopica sembrano arrivare da dupilumab, un nuovo anticorpo monoclonale umano che funziona bloccando l'interleukina 4 e l'interleukina 13, due mediatori fondamentali nella patogenesi di questa patologia. Anche se compare spesso nella primissima infanzia, in circa la metà dei casi la dermatite atopica può proseguire nell'età adulta; anzi, da un recente studio italiano coordinato da Giancarlo Pesce, dell'Università di Verona, emerge come negli adulti il 60% circa dei casi sia di nuova insorgenza e non un problema originato nell'infanzia. Complessivamente la ricerca italiana documenta inoltre come nel nostro Paese la prevalenza di dermatite atopica in età adulta sia dell'8,1%.

L'efficacia di dupilumab nei pazienti adulti è stata documentata in due studi di fase 3 controllati verso placebo (Studi SOLO 1 e SOLO 2), fra loro identici, in cui sono stati inseriti complessivamente 1379 soggetti che non risultavano adeguatamente controllati dalla terapia topica in atto. La severità della malattia è stata valutata mediante il punteggio IGA (Investigator's Global Assessment), una scala a 5 punti da 0 (assenza di lesioni) a 4 (massima severità).

I pazienti, che al reclutamento avevano un punteggio IGA di 3 o 4, sono stati assegnati in maniera randomizzata a ricevere una prima dose di dupilumab di 600 mg per via sottocutanea seguita da 300mg una volta alla settimana o da 300 mg ogni 2 settimane per un periodo di 16 settimane o al gruppo placebo. Al termine delle 16 settimane di trattamento è stato possibile ottenere nei due studi una scomparsa completa o quasi completa delle manifestazioni cutanee (punteggio IGA 0 o 1) rispettivamente nel 37 e nel 36 per cento di coloro che avevano ricevuto la terapia settimanalmente e nel 38 e 36 per cento di chi aveva ricevuto il farmaco a settimane alterne, contro rispettivamente il 10 e l'8,5 per cento del gruppo placebo.

Analoghi risultati sono stati ottenuti anche ricorrendo ad altre scale di valutazione. Così per esempio il miglioramento del punteggio EASI (Eczema Area and Severity Index) rispetto alla situazione di partenza è stata rispettivamente del 72 e del 69 per cento nei pazienti in terapia settimanale e del 72 e 67 per cento nel gruppo in terapia quattordicinale rispetto al 38 e al 31 per cento del gruppo placebo. In particolare, un punteggio EASI 75 è stato raggiunto dalla metà circa dei pazienti trattati con il farmaco attivo. Sulla scorta dei risultati ottenuti Sanofi e Regeneron Pharmaceuticals, le due aziende che stanno sviluppando il nuovo anticorpo monoclonale, prevedono di sottoporlo alla FDA per l'approvazione nel corso del terzo trimestre di quest'anno. Per gli Stati Uniti rappresenterebbe la prima terapia sistemica per i pazienti con dermatite atopica severa per la quale attualmente in Europa si ricorre per via generale a immunosoppressori come la ciclosporina, l'azatioprina o il methotrexate.

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