Dermatologia / Rassegna stampa

Sanità e secondo pilastro: c’è chi propone un ‘reddito di salute’

L’idea del ‘reddito di salute’ andrebbe declinata, secondo i promotori, come componente del reddito di cittadinanza o “assegnando un ‘voucher di scopo’

Segreteria SIDeMaST, 20 Dec 2018 08:58

Argomenti: tasse
Sanità e secondo pilastro: c’è chi propone un ‘reddito di salute’

Non solo ‘reddito di cittadinanza’, ma anche un ‘reddito di salute’. Con l’obiettivo di introdurre “un sostegno economico mirato per le spese sanitarie pagate di tasca propria dai cittadini”. È la proposta che arriva da un convegno promosso alla Camera da Farefuturo, la fondazione presieduta dal senatore Adolfo Urso. L’idea del ‘reddito di salute’ andrebbe declinata, secondo i promotori, come componente del reddito di cittadinanza o “assegnando un ‘voucher di scopo’, con il quale finanziare un’assicurazione sociale integrativa - così come già avviene da anni in Francia - per tutti coloro che ancora non dispongono di una polizza o di un fondo sanitario”.

“Pagare di tasca propria le cure - sottolinea il portavoce della Fondazione - oltre a non essere sempre possibile, non conviene mai neppure a chi può permetterselo. Il conto è semplice da fare: se, come ci indicano i dati Istat, il costo medio sostenuto privatamente da ciascun cittadino italiano per le proprie cure è di 655 euro anche ammettendo che tutti si avvalgano della detrazione fiscale per spese sanitarie (pari al 19% della spesa) ciascuno di noi in media paga 530 euro all’anno per la propria salute.

Secondo ricerche di settore - ricorda la Fondazione - l’accesso alle cure private mediante una polizza o un fondo sanitario garantirebbero al cittadino un risparmio medio di quasi 245 euro considerando il differenziale medio tra costo della polizza/fondo”.

Aderire ad una forma sanitaria integrativa, grazie al supporto del ‘reddito di salute’ o del ‘voucher di scopo’ per l’assicurazione sociale integrativa, potrebbe costare al cittadino - secondo i numeri citati dalla Fondazione Farefuturo - poco più di 50 centesimi al giorno con una contestuale riduzione dei costi sostenuti per le cure pagate di tasca propria di oltre il 50%.

Lo Stato, invece, dovrebbe “ottimizzare i 3,5 miliardi di euro oggi dispersi nelle detrazioni per spese sanitari”e attivarsi per “recuperare le risorse dei fondi sociali europei”

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