Dermatologia / Rassegna stampa

Contro la dermatite, una spremuta di batteri

La flora batterica della pelle sana produce antibiotici naturali in grado di neutralizzare patogeni pericolosi come lo Staphylococcus aureus, e potrebbe rivelarsi una nuova arma per contrastare la dermatite atopica. Lo sostiene uno studio pubblicato su Science Translational Medicine

Segreteria SIDeMaST, 27 Feb 2017 02:47

Contro la dermatite, una spremuta di batteri

Forse non è la prima cosa che ci viene in mente pensando alla pelle. Ma esattamente come avviene all'interno con il più famoso microbioma intestinale, anche all'esterno del nostro corpo siamo colonizzati da centinaia di specie batteriche, che formano un autentico "microbioma della pelle". Microorganismi simbiotici che abitano naturalmente la nostra epidermide e che, sta scoprendo oggi la scienza, contribuiscono a tenerci in salute. Come? Producendo ad esempio due potenti antibiotici capaci di sconfiggere i batteri dannosi come lo Staphylococcus aureus, responsabile di un disturbo fastidioso e comune (colpisce circa il 20 percento di noi nel corso della vita) come la dermatite atopica. A dimostrarlo, sulle pagine di Science Translational Medicine, è un team di ricercatori americani, che ora pensa di sfruttare la scoperta per realizzare una terapia: lozioni personalizzate contenenti i batteri buoni, potenzialmente in grado di sconfiggere le malattie della cute causate da uno squilibrio della flora batterica.

Lo studio

Per iniziare, i ricercatori hanno analizzato le comunità microbiche presenti sulla pelle in concomitanza degli eczemi prodotti dalla dermatite atopica. I test hanno evidenziato una forte presenza di Staphylococcus aureus (di cui si conosce da tempo il ruolo nell'evoluzione della malattia), e contemporaneamente l'assenza di diversi batteri innocui comuni sull'epidermide delle persone sane. Andando più a fondo i ricercatori hanno quindi individuato due peptidi ad azione antibiotica prodotti dal microbioma sano, capaci di distruggere con estrema efficacia anche i ceppi più pericolosi di stafilococco aureo, i cosiddetti Mrsa resistenti alla meticillina (tra i più temuti ceppi di superbatteri conosciuti). Visti questi risultati, gli autori dello studio hanno quindi formulato un'ipotesi: la dermatite atopica potrebbe rivelarsi una malattia legata fortemente allo squilibrio della flora batterica della pelle.

La lozione

Per trasformare la scoperta in una terapia, i ricercatori hanno indagato cosa accade ripristinando il normale microbiota della pelle dei malati. Per farlo hanno realizzato delle lozioni personalizzate per cinque pazienti colpiti da dermatite atopica, contenenti solamente i batteri buoni presenti sulla pelle sana. Queste "creme batteriche" hanno rivelato una potente azione nei confronti dello stafilococco aureo, eliminando completamente l'infezione del batterio e alleviando notevolmente i sintomi della dermatite. Un approccio già approvato in America dall'Fda (l'agenzia che regola l'immissione in commercio di nuovi farmaci) e che i ricercatori stanno sperimentando all'interno di un trial clinico. Se i risultati confermeranno le loro speranze, il trattamento si rivelerà un'alternativa importante ai farmaci utilizzati attualmente: antibiotici ad ampio spettro che uccidono sia i batteri patogeni che quelli buoni, e per questo possono creare diversi problemi collaterali per i pazienti.

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