Dermatologia / Rassegna stampa

Acne rosacea che tormento, le nuove Linee guida per salvare la pelle

La primavera è la stagione peggiore per chi soffre di questa patologia della pelle: c'è più sole ma anche vento, si sta più tempo all'aria aperta e le escursioni termiche fanno soffrire di più la pelle. Ma per la cura di questa malattia sono in arrivo nuove Linee guida che gli esperti della Società Italiana di Dermatologia medica ci anticipano

Segreteria SIDeMaST, 02 May 2017 02:25

Argomenti: acne rosacea
Acne rosacea che tormento, le nuove Linee guida per salvare la pelle

Un anti-parassitario per mettere ko l'acaro responsabile dell'acne rosacea che colpisce oltre 3,2 milioni di italiani. E' una delle novità che rientrano nelle nuove Linee guida sulla gestione di questa malattia della pelle che verranno presentate al Congresso Nazionale della SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse, dal 3 al 6 maggio a Sorrento.

Demodex

E' questo il nome dell'acaro che determina l'insorgenza dell'acne rosacea, una malattia caratterizzata dalla presenza di lesioni ed alterazioni vascolari di aree del viso. Questo disturbo è dovuto ad una infiammazione provocata a sua volta da una risposta immunitaria alterata nei confronti di diversi stimoli e fattori microbici locali, in particolar modo l'acaro Demodex. "La rosacea è una malattia infiammatoria cronica della pelle" spiega Aurora Parodi, direttore Uoc Clinica dermatologica, dell'Irccs San Martino - Ist Genova "che di norma insorge tra i 30 e i 50 anni. Questa malattia si manifesta con diversi sintomi e segni solitamente nelle aree del viso, guance, naso, occhi, mento e fronte, e ha un fortissimo impatto sulla qualità della vita del paziente sia per l'aspetto cosmetico sia per i sintomi clinici".

Un nuovo sistema di classificazione

Al Congresso verrà presentata una revisione del documento per la gestione della rosacea. "Tra le novità riguardanti la gestione della rosacea - spiega Parodi - c'è un nuovo sistema di classificazione: la convenzionale suddivisione in sottotipi ha mostrato diversi limiti". Recentemente il gruppo ROSacea COnsensus (Rosco), un panel internazionale di dermatologici e oftalmologi, ha proposto un nuovo approccio basato sul fenotipo, ossia sulle caratteristiche che possono essere osservate nel paziente. "Questo nuovo approccio - prosegue Parodi - permette di focalizzarsi maggiormente sulle problematiche del singolo paziente e sugli aspetti della malattia che vengono percepiti come più invalidanti e consente di ottimizzare in modo migliore i trattamenti che sono mirati a manifestazioni cliniche".

Secondo questo nuovo approccio ci sono due manifestazioni cliniche diagnostiche: l'eritema centrofacciale persistente, con intensificazione periodica, e le lesioni fimatose, che si manifestano a seconda della gravità come una leggera prominenza dei follicoli o un ispessimento dei tessuti che può modificare nella forma e dimensione le aree interessate.

La terapia

L'impatto di questa malattia sulla qualità della vita del paziente si riflette anche sulle soluzioni terapeutiche per la sua gestione. La terapia ha diverse finalità: eliminare o ridurre il numero di lesioni, ridurre la gravità delle lesioni, ridurre le recidive e soddisfare il paziente migliorandone la qualità di vita. La scelta della terapia si basa sulle manifestazioni cliniche del singolo paziente e sulla loro gravità piuttosto che sul sottotipo e, cosa fondamentale, sugli aspetti della malattia che il paziente percepisce come più invalidanti. "Esistono diverse terapie per la rosacea, da farmaci topici a farmaci sistemici, ma tra le novità presenti in questo aggiornamento delle linee guida per la gestione della rosacea c'è l'introduzione dell'ivermectina come farmaco di prima linea per il trattamento della rosacea in presenza di papule e pustole infiammatorie da lieve/moderato a severo" spiega Giuseppe Monfrecola, ordinario di dermatologia all'Università Federico II di Napoli e presidente del 92° Congresso Nazionale SIDeMaST.

Un anti-parassitario sul viso

"Questa terapia consiste nell'applicazione di una crema con ivermectina all'1%. L'ivermectina ha un'azione sia anti-infiammatoria sia anti-parassitaria agendo in modo sinergico sulle cause di questa malattia", prosegue Monfrecola. Studi clinici hanno mostrato la sua superiorità rispetto ad altri farmaci di riferimento per la cura della rosacea. In particolare, l'ivermectina si è mostrata superiore al metronidazolo, farmaco topico per cura della rosacea con papule e pustole in forma lieve, per quanto riguarda il miglioramento nella qualità di vita del paziente: l'82.5% dei pazienti trattati con ivermectina vs il 63% dei pazienti trattati con metronidazolo presentavano assenza o quasi totale assenza di lesioni.

I trattamenti laser

Anche l'acne comune, che interessa 8 persone su 10 nel corso della vita, ha un peggioramento dei sintomi in questa stagione. E condivide con la rosacea un altro problema che è quello delle cicatrici, una conseguenza che può essere difficile da accettare sia a livello fisico che emotivo. Tra le novità per porre rimedio all'acne e alle cicatrici che lascia c'è anche la tecnologia biofotonica che utilizza un nuovo ed esclusivo sistema di conversione della luce progettato per stimolare la pelle e migliorarne l'aspetto. "Utilizzando una luce Led di lunghezza d'onda multipla con un gel fotoconvertitore" afferma Andrea Paradisi, medico dermatologo specialista in dermatologia e venereologia presso l'Ospedale Cristo Re di Roma "questa tecnologia consente a uno spettro di lunghezze d'onda di penetrare nella pelle, riuscendo così a trattare l'acne e stimolare la produzione di collagene, in grado di favorire la riparazione delle cicatrici". In uno studio clinico, pubblicato sull'International Journal of Dermatology in cui è stata utilizzata la tecnologia biofotonica, 9 persone su 10 affette da acne da moderata a severa hanno constatato un miglioramento significativo della propria condizione, mentre una persona su tre ha ottenuto una pelle libera o pressoché libera da acne. Inoltre, il 92% dei pazienti che sono stati seguiti dopo lo studio iniziale di 12 settimane hanno mantenuto gli stessi i risultati per almeno sei mesi.

  • keyboard-arrow-right Fonte repubblica.it
  • keyboard-arrow-right Autori Irma D'aria
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